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![]() Come informare, far capire a mia madre il suo stato terminale
Cara Daniela, scusa ma solo ora ho aperto il forum e visto i tuoi post.
Prima di tuttto, AUGURI! Di buona vita, perché sei figlia, perché la vita va avanti. Secondo : sei scorpione, come me… e sai, noi scorpioni siamo nati nel segno della morte e rinascita, il ciclo continuo, dal quale non si va mai veramente via… Non amo la parola “terminale”, non rende giustizia. E odio anche la parola “INFORMARE”. Di cosa? Di quello che nessuno sa? Del quale nessuno è informato? Siamo tutti terminali, e tutti completamente disininformati. Il mio compagno, 61 anni e un bimbo di 4 , ha da quasi 2 anni un cancro al pancreas inoperabile, con metastasi polmonari vaste e numerose. La sua tac è un bollettino di guerra. Giorno per giorno lo vedo allontanarsi, e mi manca già, anche se ancora lo posso toccare. Pesa 48 kg, è alto 185 cm. Ho vissuto nel ruolo di figlia figlia questo distacco 28 anni fa, allora 18enne. Ho salutato mio padre a modo mio, quasi con sollievo.: basta dolore. Basta soffrire. Non so se riuscirò a fare la stessa cosa con un marito. Spero che saprò arrendermi dolcemente, insieme a lui. E’ quello che ti ha chiesto tua madre : “lasciami andare, ma non mi abbandonare”. Alziamo le mani, ma col sorriso . Non è una sconfitta. ABBIAMO VINTO NOI. Lascio anche qua il messaggio verde: mi piace, te lo regalo Dal libro “oscar la dama in rosa” : “Ho cercato di spiegare ai miei genitori che la vita è uno strano regalo. All’inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronti a gettarlo. Infine ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito. Allora si cerca di meritarlo. Io che ho cent’anni, so di che cosa parlo.” Ciao anche ai miei amici di sempre. |
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Cara Daniela grazie per l'interessamento, il che dimostra quanto tu sia gentile e sensibile nonostante il momento che attraversi. Io sto relativamente bene, il mio fisico, piuttosto debilitato dalla terapia -che per fortuna è giunta all'ultimo giorno del ciclo-, si comporta come una calamita per quanto riguarda le malattie di stagione come il raffreddore e l'influenza. Ora sto curando un brutto raffreddore che mi ha completamente chiuso i polmoni, peraltro già compromessi gravemente anche a livello di complete occlusioni bronchiali. La tosse non mi fa dormire ed è dolce compagna di lunghissime notti. Nonostante tutto però mi considero ancora un uomo fortunato. Ho la mia famiglia che posso godermi e con cui "litigare" per sentirmi vivo ed utile. Sono sicuro che l'altra notte, per poco, tua madre fosse completamente cosciente, altrimenti non avrebbe detto la frase che ha detto. Condivido il pensiero della cara amica Lorenza, la vita continua e continuerà anche dopo. Non abbandonare tua madre, MAI, ma lasciala andare se questo è il suo destino conservando di lei il ricordo migliore che ti farà compagnia per sempre, facendotela sentire ancora vicina. Anche io ho perso mia madre 25 anni fa e mio padre 13 anni orsono. Li sento ancora vicini a me che ogni tanto, per fortuna da solo e come uno scemo, mi metto a parlare con loro dando per scontato che abbiano vissuto insieme a noi tutto ciò che è successo dopo la loro partenza. Il tempo è un gran medico, migliore di tanti psicologi o psichiatri.
Carissime Isa e Lorenza, ve lo dico qui: il momento del distacco (sia del Don che di Cristiano, potrà essere vicino o lontanissimo ma ciò non influirirà minimamente col vostro carattere. Lorenza accettare l'inevitabile non significa arrendersi, significa amare e dimostrare amore verso il compagno; significa lasciarlo andare per la sua strada con tutto l'amore di cui siamo capaci che lo accompagnerà per tutta l'altra vita, che gli alleggerirà il momento della partenza; è un arrivederci detto con amore sapendo per certo che ci si incontrerà ancora. Non cominciare ad arrenderti ora, tu sei forte e sei il punto di riferimento per tanta gente, a partire dai tuoi ragazzi. Un bacio a Lazlo ed un caro saluto a te e Cris. Ovviamente, con le debite modifiche, questo vale per Isa e per te Daniela. Un caro saluto da Franco ![]() |
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Caro Franco, come dicono a Lodi...."fide!!!!" perché ad un tratto mi sono sentita interpellata in maniera molto diretta... Allora lo dico anch'io qui. Per quanto mi riguarda, sono schizofrenica. A gennaio, mi sono iscritta e ho iniziato a frequentare l'unico corso di volontariato che abbia mai poi frequentato, ovvero quello dell'Hospice di Casale. La parte teorica. A maggio i primi dubbi seri sul fatto che il mio Don aveva iniziato una fase calante, ad agosto la certezza. Quello che mi tiene in piedi,mentre intorno a me tutti crollano (persino Anna l'infermiera ora sono due mesi che è senza ciclo per lo stress..), nonostante io tenga un ritmo effettivamente molto elevato (faccio le notti e quasi tutta la giornata oramai, visto che anche la sorella del Don è crollata) e non abbia già più bisogno di una vacanza ma di una plastica (e qui mi vergogno da morire, perché poi penso proprio a Lorenza e mi dico "ma come fa???!"),è la certezza che il Signore ci abbia accompagnati in questo difficile cammino. Al Don ha dato me : non una persona con abilità particolari, ma con abbastanza cuore ed amicizia leale da restargli a fianco nella cattiva sorte, in modo serio. A me, ha dato il Don da un lato (un tesoro inestimabile) ma soprattutto, non mi ha mai fatto mancare gli aiuti, e tra gli aiuti, in quest'ultima fase, c'è stata la "visualizzazione" di come sarebbe stato l'iter. Per me era importante. Considerate che 6 anni fa abbiamo dovuto riesumare la bara di mio padre: ero l'unica parente presente (chi ha voglia di vedere un mucchio di ossa e lembi di pelle del proprio defunto?) ma ero tranquilla, perché due giorni prima mi ero fatta spiegare per filo e per segno da un amico che lavorava alle pompe funebri quello che sarebbe successo e quello che avrei visto, quindi sò che visualizzando prima, ce la faccio.
In questi mesi, aspetto e vedo da un lato che il Don non migliora chiaramente (è dimagrito, invecchiato, ecc..) ma dall'altro, vi assicuro che non mi perdo nemmeno un minuto di buonumore, o l'occasione di due chiacchiere, o altro. Questo non in maniera ossessiva, intendiamoci, ma come avremmo fatto naturalmente se lui avesse avuto che sò, l'influenza. Aspetto che in questa casa, dove esattamente 40 anni fa lui salutò sua mamma che andava alla Casa del Padre, un giorno, torni sua madre a prendere suo figlio. Ci sarà un momento in cui io lascerò la sua mano e lei dall'altra parte la prenderà per accompagnarlo. Cosa farò nei giorni successivi,nelle settimane successive, in tutta onestà, ancora non lo sò. Quello che sò, però. è che mi allontanerò e mi riposerò tra una lacrima e l'altra, ma andrò avanti in questa vita, cercando di continuare a darle un senso, anche se certo, la morsa al cuore, ci sarà per un bel pezzo. Grazie Franco delle tue parole, grazie a tutti voi.Isa ![]() |
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