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![]() E' giusto paragonare la Coca Cola nel sostituire un buon vino?
ciao a tutti!
quando ho letto questa notizia sono rimasto a bocca aperta! devo premettere che penso di essere una delle poche persone che non sopporta la Coca Cola, però, detto questo, sostituirla/paragonarla ad un buon vino, mi sembra comunque eccessivo. ![]() Quote:
che poi, diciamola tutta, ingrassano di più un paio di bicchieri di Coca Cola che una cena equilibrata ![]() Quote:
consumatoriattivi.masanews.it/article/7515161/la-coca-cola-sugli-spaghetti- che dite? ![]() |
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La "Coca Cola" è una bevanda che contiene essenza non sostanza di coca — sostanza invece contenuta in droga detta cocaina, che appunto deriva da pianta così nomata: "coca" — la vera "Coca Cola" dunque non ha gli effetti della cocaina, neppure blandi.
Ciò che si può intuire da nome e dizione anche originale, ne attesta origine non estranea all'Italia. Difatti si può considerare senso da stesso dire italiano di nome avendo però cura di badare ai particolari, a cominciare dal notare anche seconda lettera maiuscola: perciò non quanto cola da coca, ma dal colare stesso dalla coca, non colando coca stessa ma formandosi colo non scolo cioè da formazione esterna di colo con essenza non sostanza di base, cui appunto la "cola" proprio dalla non della "coca", sino a risultare liquido dicibile "Coca Cola", usandosi lettere maiuscole in riferire non a caso ma a sapere generale per farne. È evidente, per chi conosce mondi americani, che non furono europei americani gli inventori quindi non italoamericani; dacché per chi ignaro di altro è logicamente deducibile di questa bevanda originalità indiana e originarità indios, datoché luoghi propri della pianta di coca essendo ove indios abitanti diretti e posti di cessione dei prodotti ove indiani diretti abitanti. Evidentemente assonanza a neolatino italiano escludono che tali indiani naturalizzati dalla India in Oriente cioè Asia, essendo essi nativi anche originari americani ("nuovi indiani"). Da moltissimi decenni il prodotto ceduto variamente in Settentrione americano dicibile propriamente "Coca-Cola" era trasformato e riprodotto, ciò originariamente da italoamericani, da molti decenni da italiani in America rifatto uguale solo non artigianalmente, ottenendone bevanda che è dicibile propriamente "Coca Cola"; ma date provenienze, cui culture orali fondamentali, ricette più o meno tradizionali ricevono anche diverse Scritture ('Coca-Cola', 'Cocacola'... ). Indios cedettero prodotti a questi scopi ed in guisa che si potesse dedurre dal gustare le condizioni della cessione già per destinazione a futura produzione industriale... Tuttavia prima di europei e prima di cosiddetta Era Colombiana, in America esisteva industriosità e industrie artigianali e cui capacità analoghe a future industriali occidentali europee in America stessa... Diversamente è tramandato, che i cosiddetti "tram" erano produzione artigianale americana assai prima di arrivo di Colombo e Vespucci, oggetti mossi da sistemi a molla analoghi a quelli dei carri semoventi degli antichi assiri epperò tali tram coadiuvati da motori di avviamento - riavviamento, tipo "a scoppio senza ciclo", cui corrisposero poi i sistemi motore marini dei gozzi europei italiani, ma questi avendo altra preistoria, in sistemi ""a fiamma e a pendolo"" concepiti e congegnati dai vichinghi scandinavi per corsi d'acqua non marini ma marittimi, cui notizie trapelarono in Corti rinascimentali italiane, anche in quella De' Medici... Di precedenti produzioni della "Coca Cola" era usata verbalità corrispondente a termine scritto futuro anglosassone inglese "coke", da cultura sciamanica celtica cioè di origine occidentale - europea, radice multipla sanscrita 'co/che' da cui parola neolatina italiana "cocche" ma cui origine in rifacimento, non da diretto sanscrito, "cocco", che indica alimento chiuso cui stessa protezione facente polpa; indicandosi ovuli vegetali specifici e uovi animali non fertili cioè làsciti strategici per vantaggi alimentari comuni... Analogalmente si diceva, all'occidentale, 'coke' per indicare sostanza producente non presente in quanto da produzione ma produzione per non altra produzione ('re-produrre'), plausibilmente quando presenza non stabile o non certa di sciamani celti poi di celtici sciamanici era referente commerciale sia con suddetti indios che suddetti indiani, prima di presenza russa da Bering ma dopo presenza greca da stesso Stretto di Bering (cui origini di nomi di città: Indianapolis, Philadelphia e non solo). Interessamento celto-celtico era a seguito di conoscenza indios del pensiero greco, che stessi indios dicevano 'sacerdotale' perché liberando da molti bisogni rendeva vita umana in tutto affine a vita di belve... Ciò però prima degli arrivi bizantini, che non ellenisti o non solo ellenisti erano e che fecero conoscere agli indios "la vita stessa" possibile comune tra animali feroci e umani naturali. Prima di questo ulteriore incontro, non americanizzabile perché più estremo e perché totale, i preparati detti 'coke' erano considerati oltre che adatti a futuri scambi se arrivi forse stabili (poi accaduti con variaghi russi, poi con C. Colombo e spagnoli e altri), possibili segni di distinzioni psicofisiche e comunicative e specialmente modi per stare assieme nonostante capacità ed incapacità diverse; uso diplomatico postumo di scritta "Coke" ne è solo ricettario più tradizionale. Di fatto, la Coca Cola era stata di semplici industrie amerinde ed era anche adatta per dare sollievo a percorsi artificiali, le tramvie dei suddetti tram, non a binari ma a piste, o le filovie sospese in discesa o risalita a contrappeso: queste ultime voluminose in materiali, tramvie esili, anche di vettori: infatti Resti archeologici hanno testimoniato queste cose ed anche reperimento di Coca Cola appunto oggetti standard, di diversa industria ove stessi resti lasciati per esser ritrovati (notizie diffuse in tivù, ma io ho raccontato questo e restante qui da racconti orali messimi a parte e da mie peregrinazioni a piedi in luoghi americani). Produzione amerinda di Coca Cola risulta che fu interrotta prima di arrivo di Vichinghi in Canada, dato che a costoro, alcuni abitanti del Settentrione narrarono non altroché 'degli sciocchi che volevano vino e cercavano "cocacola" ' e 'degli stupidi che volevano "cocacola" e trovavano vino'. Dai difficilissimi ritorni celtici in Europa prima di Lega Anseatica, era narrazione de "i cocchi di mamma", quelli che per timore senza rispondenza reale, di trovar sostanza di coca in coca-cola, usavano cercar protezione tra i vestiti materni e se si avvinazzavano allora fino a mimare incesti o a fingere disinibizioni persiane (note assai agli antichi romani, pure agli indiani d'America) e trasudando alcol. Distinzione tra alcool e alcol (questo non testificabile e proprio questo fortemente attivo) fu nota in mondo teutonico europeo attraverso il noverare tali casi umani, ai tempi della Lega Anseatica... Etnologia può esser modo per darne indizio determinante; io ne trovai certezza studiando forme di insulti tradizionali e stravaganti a Salisburgo ed Innsbruck. Cronache di "CocaCole" furono subissate dai racconti sul cioccolato ed in parte confusene dai volghi. In particolare la leggenda delle miniere di cioccolato scoperte sui ghiacci non remoti dal Canada (spedizione archeologica ne scoprì una ma vecchia di troppi secoli) corrisponderebbe a stizza, da parte di variaghi e vichinghi, della confusione di modi di dire di cioccolate e cocacole. Vichinghi notavano evidentemente confusione di ciocchi e cocchi, tantoché costruzioni artigianali di motoslitte eran ritenute odiose agli sciocchi troppo innamorati di uova fino a confondere con sassi e troppo gelosi di feticci materni i quali oltraggiavano con le parole: tali motoslitte erano dotate di sistemi per locomozione cui ciocchi di legno in scatole compresse poi avvampati tal che vibrazioni e calore riducessero annullassero attriti dopo spinta con arti... e dopositi di alimenti surgelati erano modi attuati dai vichinghi presso Circolo Polare Artico per evitare depositi di cadaveri indesiderati, non per dilettar incauti prima di stessa incauta morte per assideramento... Tra eschimesi canadesi era noto fino a pochi anni orsono il detto su "lo scemo che cerca la colla sotto lo sci perché non sente il fumo sopra lo sci"; e mi è risultato (anche da contemplare Rune— ), che era nota aggressione contro vichinghi cercando di colpirne slitte o suddette motoslitte artigianali con caramello e caramelle e con stessi modi di bevitori di cocacole; di fatto il caramello in cocacole essendo per proteggere bocche, anche da sciocche azioni. In Svezia racconti orali hanno attestato barattoli di cocacola (di origine amerinda) portati da nobili vichinghi o da generosi variaghi, questi per feste natalizie (vidi dipinto distintamente di alcuni secoli addietro con albero di natale e barattolo in tutto stile cocacola). Da tradizionalità russa la 'cocacola' è recepita qual bevanda per finger d'averne ottenuto più di acqua non pura ma non per criticarne né denigrare. Usi occidentali generici sono soltanto analoghi ad andini con foglie di coca; Cocacola cioè fa da energizzante-defaticante non da defaticante; tantoché in Coca Cola è usato aroma di caffeina. Sovente incomprensivi nel maneggiarne confezioni tentano di esaltare tal aroma, mostrandosi inetti ad intenderne scopo; cattivo rapporto con cocaine spesso è evidenziato da tal inettitudine che parendo spesso spontanea reazione ignara invece spesso è reazione artificiosa e tentativo brutalizzante contro bevanda medesima, che è tutt'altro da cocaina. (Tali ultimi fatti si ritrovano ad esser uguali a quelli in racconti dei tempi delle incursioni dei vichinghi per Orbe Terraqueo; ma tal ultimi racconti non sono estendibili alla interezza cui tali incursioni.) MAURO PASTORE Quote:
Dunque, "diabete", è parola che fondamentalmente può indicare ed indica sostanze che agiscono, restano, inebetendo aggressivamente o illusoriamente, o percettività e mentalità, o altro in corpo non del corpo. Natura psichica umana dispone di ebetitudine qual difesa di non pensiero; ma tal difesa se attuata male favorisce condizioni di salute precarie; e ciò pertiene pensiero naturale di benessere, non studi medici. Da valutare non medico di studi medici, cioè da migliore condizione che con aiuto di diagnosi per chi paziente, si deduce, universalmente ma senza conseguire rimedi universali — d'altronde non esistono in medicina rimedi universali — che... : Condizioni di salute precarie "diabetiche" possono costituire malattia o solo stati di malattia o proprio niente; in tal ultimo caso mancando attraversamento di stati di malattia dunque mancando esperienza fortificante ma non sempre utile. In caso di individui soggetti a malattie non a soli attraversamenti, malattie diabetiche non sono mai eventi altramente favorevoli ed il prevenirne è fortificante e solo se endogeno il guarirne è non indebolente; in tal ultimo caso, non endogeno, quindi attenzione poi di doversi fortificare senza riammalarsi. Ciò che non in quanto tale ma soggettivamente può esser insidia diabetica non è mai sola sostanza alimentare cioè nessun cibo e nessuna bevanda sono insidiose diabeticamente neppur per chi a rischio proprio di ammalarsi; insidie son da concomitanze altre ulteriori. Questo sapere inerisce pensiero del benessere innanzitutto, secondariamente medicina, non viceversa; e tal precisazione è anche con sola cultura su medicina, non solo di cultura di medicina. M. P. |
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Di dizioni e scritture precise, in racconto circa provenienza di siffatto prodotto non bisogna farne riferimento principale, poiché di esso origini e pensiero relativo son fondati sul dire non scrivere; perciò è preferibile variare scritture, purché però trovandosene anche un senso, il quale è direttamente reperibile a partire da utilizzo del prodotto stesso, non da studiarne. MAURO PASTORE |
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