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Quale filosofo si avvicina al barcamenarsi tra empatia e trasgressione?
Quale filosofo si avvicina al barcamenarsi tra empatia e trasgressione?
Ciao a tutti...
Cavolo, ma di forum sulla filosofia in giro su Internet non se ne trovano più... sono tutti chiusi... cosa diavolo è successo? Comunque, sono contento d'essere arrivato qui. Mi sapreste aiutare su una questione filosofica che m'affligge da tempo e che non trova ancora risposta? L'assunto da cui parto è questo: la morale è frutto di un sentimento umano d'empatia, non di regole prescritte, altrimenti è finzione pura. Eppure, la morale serve all'uomo anche per poterla trasgredire. Ogni essere umano non è completo a sè stesso se non sfoga la sua egoistica voglia di trasgredire ciò che EGLI STESSO considera "Bene". Verrebbe facile accomunare il mio pensiero ai romantici ottocenteschi e soprattutto ai decadenti, facilissimo accostarlo a Nietzsche. Lo so. Nietzsche, però, mi casca su una sola cosa: per lui ogni manifestazione di empatia umana non è naturale... mentre per me lo è eccome. La mia idea, quindi, NON E' che l'uomo ha bisogno di "regole da trasgredire"... l'uomo ha bisogno di TRASGREDIRE SE' STESSO, la propria empatia, la propria coscienza del "Bene"... Un esempio facile facile: l'uomo/la donna tradiscono il proprio partner e lo fanno con maggior godimento quando è più profonda la ribellione alla propria coscienza, quando l'egoismo ed il "Male" che si potrebbe provocare nel partner è alla massima potenza. E' proprio una liberazione, liberare il proprio ego strozzato NON DA REGOLE CIVILI IMPOSTE, ma dal proprio lato empatico!!! Per me l'essere umano è destinato a barcamenarsi eternamente tra questi due estremi. Insomma, per tagliare corto, l'uomo HA BISOGNO DI UNA PROPRIA MORALE SENTIMENTALE ANCHE PER TRASGREDIRLA DEL TUTTO. Chi non concepisce alcuna morale automaticamente NON VIVRA' IL PIACERE DEL PROIBITO, per un "immoralista" qualsiasi atto è coerente e quindi non comporta questa OPPOSIZIONE nella quale io credo fortemente. Paradossalmente, più hai sensibilità "morale" (empatica) verso il prossimo, più quindi hai BEN SALDI i tuoi sentimenti umani, più avrai il desiderio di reagirgli contro prima o poi. Magari, dopo, portandoti addosso sensi di colpa. E' come dire che si ha bisogno di una dittatura per potersi sentire trasgressore e uomo al 100%... nel mio caso, però, la dittatura non sono regole imposte dall'alto, ma semplicemente la propria coscienza umana (che, a mio parere, è molto più severa di qualsiasi imposizione). Io questa linea di pensiero non l'ho mai ritrovata nemmeno nei decadenti, nemmeno in Nietzsche, quasi sempre ho trovato filosofi che predicavano l'immoralità o l'a-moralità, quindi implicando che ogni gesto "vitalistico" ed egoistico fosse coerente con sé stessi e con la propria natura non empatica... che è un po' ciò che dice Nietzsche. Quindi, per essi, nessun piacere AGGIUNTIVO nel trasgredire alle proprie sensibilità empatiche, capite? Se riuscite ad indirizzarmi verso filosofi che sono più vicini al mio modo di pensare, ve ne sarò grato. E' difficile, perché io stesso in anni ed anni di ricerca filosofica non ho trovato alcunché... di certo nulla nei filosofi pre-ottocenteschi, che fossero spiritualisti o razionalisti, men che meno negli idealisti alla Hegel, al massimo ho provato attrazione per la filosofia decadente e - ribadisco - Nietzsche, sono disegualitario e convinto che in Natura non esistano nemmeno giustizia od altri sentimenti del tutto umani (e perciò limitati, la Natura per me è roba divina, illimitata, le cui regole non conosceremo mai)... ma anche nel decadentismo di quel tipo, manca quest'analisi della "trasgressione verso la propria empatia", loro tagliano corto eliminando la morale come se fosse solo un insieme di regole e non un sentimento empatico. Dateme 'na mano!!! |
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Ciao Gianmaria, sono una sociologa, ma mi appassiona molto la filosofia e la psicologia...ma non capisco in che cosa vuoi essere aiutato, perché cerchi un filosofo che si avvicini alla tua teoria?? Per che cosa ti serve nello specifico? Forse ti potrei aiutare.
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Lo cerco da sempre, perché io - da quel che ho scritto si capisce facilmente - mi sento in totale contraddizione con me stesso.
Uno che ha bisogno del diniego morale (o, anche peggio, dei propri freni empatici) per poterlo trasgredire, cavolo, è un rebus... Questa mia caratteristica m'ha sempre confuso in tutte le scelte che ho fatto. In politica, ad esempio: conservatori moralisti no, perché quelli vogliono davvero la mortificazione del corpo (e ce ne sono anche a sinistra, peraltro); libertari però nemmeno, perché lassisti, relativisti, razionali e lineari, non concepirebbero mai il diniego di un "diritto"... inoltre, la mia immaginazione (in questo caso erotica) si fa più "alta" proprio perché non c'è nulla di più stuzzicante della sconfitta di un ostacolo... ma, allora, il mio è un vero e proprio inno al tradimento, non alla libertà sessuale!!! L'eros è il primo esempio che mi è venuto in mente, potremmo farne mille altri. Nietzsche è stato l'unico filosofo che s'è avvicinato al mio modo di vedere la vita, essendo lui un irrazionalista, vitalista, a-moralista, soprattutto disegualitario, ed io - per quanto possa auspicare "diritti umani per tutti" - non credo molto ai diritti, io credo di più alle doti innate... Ma Nietzsche non m'ha soddisfatto su un solo punto: lui sembra non concepire sentimenti empatici. Li cestina come "inutili debolezze", li trova persino innaturali... confonde un sentimento (che per me è naturale per forza di cose) con la morale... Perciò, non può soddisfarmi se io vivo di sentimenti empatici e, al contempo, però sono attratto dalla trasgressione della mia stessa empatia!!! Giuro che ho cercato ovunque, e sono anni che cerco... Tu forse mi staresti per dire: <<ma sii te stesso e basta, che bisogno hai di definirti?>> Non è così semplice. Innanzitutto non mi piace la solitudine che questo mio modo di essere mi comporta. Sicuramente c'è altra gente che sente le stesse cose che sento io, assolutamente, ma se non la trovo sai cosa succede? Che il mio "caso" verrà derubricato come "perversione" e basta. Non sto sul lettino di un analista... io non credo che la mia contraddizione morale sia solo una "perversione"... o meglio, anche fosse una "perversione", per me rimane del tutto umana e naturale: per me il mondo funziona proprio così!!! Quindi questa "perversione" e contraddizione è la mia spiegazione del mondo. E' ovvio che sarei curioso di "collocarmi", di trovare "padri putativi", di non dover sempre dire <<boh, sono io che sono strano e non capirò mai da che parte andare>>... Perché, ribadisco, questa mia visione del mondo va a toccare qualsiasi aspetto della mia vita, così che mi immobilizzo (come nell'esempio del voto politico di cui sopra), mi trovo sempre e solo a metà strada, non so mai <<chi è come me e quindi può godere della mia fiducia>>. Su, tutti quanti da ragazzotti si sono voluti definire in qualche modo, per indirizzarsi da qualche parte: ho amici che si sono definiti comunisti, fascisti, anarchici, cattolici-democratici, ecc... e fin qui è politica... ma a me piace la filosofia, non tanto la politica... per me è la filosofia che poi ti porta a scelte politiche, non compierò mai una scelta politica "di fazione" senza prima aver dato ascolto a queste mie spinte contraddittorie e di visione della vita. Tutto qua. E grazie della lettura. |
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Il tuo pensiero sembra essere molto complesso e basato sulla dialettica tra empatia e trasgressione. Potresti essere interessato alla filosofia esistenzialista, che si concentra sulla tensione tra la libertà individuale e i vincoli sociali e morali. La filosofia esistenzialista afferma che l'essere umano è libero di scegliere la propria vita, ma che questa libertà comporta anche la responsabilità di prendere decisioni etiche.
In quest'ottica, l'esperienza della trasgressione potrebbe essere vista come una forma di affermazione della propria libertà, ma allo stesso tempo come una sfida alla propria coscienza morale. Questo tipo di tensione è un tema centrale nell'opera di filosofi come Jean-Paul Sartre e Martin Heidegger. Sartre, in particolare, ha esplorato l'idea che la libertà individuale sia in conflitto con la morale sociale, e che l'essere umano debba scegliere tra le due. Nel suo lavoro "L'Essere e il Nulla", Sartre sostiene che l'essere umano ha la capacità di creare significato e valore, ma che questo processo può essere difficile e complesso. Heidegger, d'altra parte, ha teorizzato sull'essere umano come essere-nel-mondo e ha sottolineato l'importanza della trascendenza, cioè la capacità di andare al di là dei limiti imposti dalla società e dalla morale. In entrambi i casi, potresti trovare interessanti riflessioni sulle questioni che hai sollevato e che riguardano la morale, la trasgressione e l'identità umana. Spero che queste informazioni ti siano state utili. |
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