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Scuola 09-10-2007 09:41 PM

Come apprezzare l'opera e big Luciano Pavarotti?
 
Ciao a tutti,

in questi giorni ovviamente se ne parla tanto di Pavarotti, come tutte le volte che un personaggio famoso muore . Anche io mi sono incuriosito, nonostante non sia mai stato un appassionato dell'opera, ma non lo sono mai stato perchè non sono mai riuscito a capirla (un po’ come quando guarda una partita uno che non segue il calcio). Nonostante tutti gli articoli che ho letto in questi giorni, faccio ancora fatica a riuscire ad apprezzare questo genere di musica pur capendone la grandezza.

Eppure sono in tanti che la seguono nel mondo: mi sembra che hanno stimato che il Pavarotti abbia venduto qualcosa come 300 milioni di dischi nella sua carriera.

Allora mi chiedevo se qualcuno che ne sa più di me, può provare a spiegare in maniera semplice e comprensibile a tutti (non come scritto sui giornali) in cosa consiste quest'arte, come capire chi è bravo o no e soprattutto in che aspetti era così unico il povero (non dal punto di vista economico, eh?) big Luciano?
Questo con la speranza di riuscire ad avvicinarsi a questa interessante forma d'arte.

Grazie

Aquilino 09-11-2007 12:43 PM

Personalmente non ho mai sentito Pavarotti per un'intera opera, però la lirica per me è meravigliosa. Molto sta nell'orecchio abituato, fin da piccolo mia nonna mi faceva ascoltare musica classica quindi non la trovo "strana", ma anche se non si è abituati basta mettersi lì con un po' di pazienza, con la voglia di scoprire un genere poco inflazionato (soprattutto in certe fasce di età) ma davvero sublime e lasciando perdere veri pregiudizi (come il fatto che sia da "vecchi", che sia noiosa o altro).
Se fossi in te partirei da opere in italiano che facilitano notevolmente l'ascolto. Per esempio il Don Giovanni o il Barbiere di Siviglia. Nei CD trovi anche il libretto, altrimenti guarda su WikiBook e troverai il libretto del Don Giovanni che ho messo online. (altrimenti Google )
Poi ti metti in un posto tranquillo, magari con delle cuffie, e te la godi.

Orlando 09-11-2007 12:45 PM

La cosa migliore per cominciare ad apprezzare l'opera è andare a vederne una dal vivo con qualcuno che la conosce e che ti può aiutare ad "entrarci". Consiglio prima di leggere il libretto per conoscere la vicenda e inoltre scegliere opere (per cominciare) come il Barbiere di Siviglia, Tosca, Rigoletto, Butterfly ecc...
Poi passi all'ascolto dei dischi... e godi anche a casa!;-)

Wilma 09-11-2007 03:15 PM

Guarda, ho ascoltato ed assistito a molte opere, ma non c'è stato verso: o ne rimani affascinato, o non ti piacciono. Non ci sono vie di mezzo… e nel mio caso è anche una cosa strana, visto che ascolto molta musica classica.

Theo 09-11-2007 03:46 PM

Dal basso della mia incompetenza in materia (mi piace il canto lirico ma non la musica che l'accompagna), devo dire che le cose che più mi colpivano di Pavarotti erano:
  • in positivo la chiarezza delle parole, riuscivo a capire tutti i testi anche senza libretto.
  • in negativo una certa piattezza di esecuzione che faceva sembrare tutte le opere uguali.

Emilio 09-11-2007 03:50 PM

Quote:

Originariamente inviata da Theo (Messaggio 874)
in positivo la chiarezza delle parole, riuscivo a capire tutti i testi anche senza libretto.

Verissimo!
Bisogna pur dire che la nitidezza di pronuncia (fatte salve certe impostazioni tecniche che io considero "degenerate") è una caratteristica generale del timbro tenorile e non è quindi un'esclusiva pavarottiana. Sul piano espressivo, in effetti, non era una cima: basta confrontarlo con le esecuzioni di Gigli (a titolo di esempio, emblematica è la canzone "Mamma"!) per rendersene conto. Celletti, un po' causticamente, preferiva Claudio Villa al Nostro... E' il suo timbro unico, regale, dorato, corroborante, che ci fa innamorare il suo canto.
Comunque, niente da dire: nella nostra epoca è stato il più grande, soprattutto per come ha interpretato e gestito il suo ruolo-immagine, "rinverdendo a tutti gli effetti il mito del Tenore" (Gualerzi).
Personalmente, come approccio filosofico al canto, per fare un nome anagraficamente a noi vicino, preferisco Alfredo Kraus.
Ciao!

Raissa 09-11-2007 03:52 PM

Pavarotti aveva una bella voce, grande tecnica ed era un ottimo interprete, buona dizione.
Consiglio di ascoltare qualche registrazione su you tube

Shaira 09-11-2007 03:56 PM

Quote:

Originariamente inviata da scuola (Messaggio 866)
Questo con la speranza di riuscire ad avvicinarsi a questa interessante forma d'arte.

Credo che tutto avvenga in maniera naturale,senza forzare le cose.
Ad esempio, a me non potrebbe mai piacere Zucchero o Vasco Rossi… semplicemente lo senti "a pelle".
Prova ad ascoltare qualcosa del genere senza pensare che debba piacerti per forza, e se un campanello suonerà nella tua testa, vorrà dire che approfondirai.

Torquato 09-11-2007 04:01 PM

Pavarotti non è stato certamente il più grande tenore del secolo, ne’ il più bravo. Altro discorso è la notorietà. Vi sono infatti cantanti che vendono molti dischi e sono notissimi al pubblico (si veda Cecilia Bartoli) pur essendo artisticamente e qualitativamente inferiori ad altri. Il più grande tenore? Caruso, Del Monaco, Corelli, Di Stefano (canta con estrema passione ma è stato un criminale nei confronti del suo talento e delle doti non comuni e sciupate.), Pertile, Cecchele, Tito Schipa...e come dimenticare Gigli? Non concordo tuttavia sulle scelte di Pavarotti (Bocelli non è forse il suo erede?) di cantare con voce impostata brani di musica leggera. Questo tipo di operazione è, a mio modesto avviso, un tipico fenomeno da baraccone per incrementare la popolarità.

Riley 09-11-2007 04:04 PM

Quote:

Originariamente inviata da Torquato (Messaggio 878)
Non concordo tuttavia sulle scelte di Pavarotti (Bocelli non è forse il suo erede?) di cantare con voce impostata brani di musica leggera. Questo tipo di operazione è, a mio modesto avviso, un tipico fenomeno da baraccone per incrementare la popolarità.

Invece la sua ecletticità era una delle cose che più mi piaceva di Pavarotti: s'è "sporcato le mani" con altri generi musicali più volte, abbandonando la classica spocchia che purtroppo molti altri cantanti continuano ad avere.

Flavio 09-11-2007 07:08 PM

L'opera di Pavarotti era rappresentata dalla lirica.
In questo senso nessuno potrà spiegarti cosa c'è di bello se a te non appassiona di base.
E' come convincere con le sole parole chi ama la Pausini a farsi piacere la musica Death nordeuropea... quantomeno raro, quando non assurdo!

Io ho seguito un percorso abbastanza comune, sebbene ancora ne conosca pochissima, ed è stato quello di conoscere per caso persone appassionate.
Mi hanno accompagnato nella visione di DVD di lirica, molti con Pavarotti, e devo dire che alla fine ci sono momenti emozionanti che mi hanno invogliato a vederne ancora.

Credo quindi che frequentare qualcuno/a già addentrato in quel mondo sia la cosa migliore da fare, perché la musica è un processo soggettivo che non si impara certo leggendo.

Epis 09-11-2007 07:10 PM

Quote:

Originariamente inviata da Flavio (Messaggio 882)
L'opera di Pavarotti era rappresentata dalla lirica.
In questo senso nessuno potrà spiegarti cosa c'è di bello se a te non appassiona di base.
E' come convincere con le sole parole chi ama la Pausini a farsi piacere la musica Death nordeuropea... quantomeno raro, quando non assurdo!

Io ho seguito un percorso abbastanza comune, sebbene ancora ne conosca pochissima, ed è stato quello di conoscere per caso persone appassionate.
Mi hanno accompagnato nella visione di DVD di lirica, molti con Pavarotti, e devo dire che alla fine ci sono momenti emozionanti che mi hanno invogliato a vederne ancora.

Credo quindi che frequentare qualcuno/a già addentrato in quel mondo sia la cosa migliore da fare, perché la musica è un processo soggettivo che non si impara certo leggendo.


Non posso che quotare quanto detto: se ascoltando un'opera (italiana mi raccomando) non vieni travolto dalla forza della musica beh, non fa per te.
Confermo che è un genere ancora molto apprezzato (basta contare gli spettatori dell'Arena di Verona, 500.000 presenze quest'estate).
Richiede, IMHO, un ascoltatore che sia passionale e sognatore, è proprio un genere di musica che ti deve entrare dentro e far commuovere. Sai quanta gente piange in sala sul finale della Bohéme?
Pavarotti in tutto questo ha il merito di aver diffuso la lirica al grande pubblico, portandola negli stadi. Aveva una voce stupenda, unica per molti aspetti. Ci sono incisioni nelle quali è, secondo me, il miglior interprete che abbia mai sentito, altre in cui, se pur ottimo, non è all'altezze di altre grandi voci (soprattutto del passato).
Tutto sommato, mi mancherà, anche se orami erano anni che non cantava più.

Vladimiro 09-11-2007 10:18 PM

Io per dare qualche spiegazione avrei bisogno di mettermi davanti a un impianto hi-fi e fare degli esempi concreti basati sulla pratica, cioè sull'ascolto. La teoria non è il mio campo. Potrei dire: il timbro, la dizione, l'estensione, ma sono cose che non sono in grado di far capire senza il sussidio di qualche cd.
Non credo sia possibile poi, per profani come noi, avvicinarsi genericamente all'Opera Lirica. Si comincia sempre da singole opere che per qualche motivo suscitano il nostro interesse. Magari dal "Don Giovanni" di Mozart perché incuriositi dalla figura del protagonista o dai significati simbolici dell'opera. Oppure da "Tosca" perché uno un giorno visita Castel Sant'Angelo e scopre che è in parte ambientata lì. Oppure da "Turandot", per provare a capire in quale contesto cade l'aria "Nessun dorma". O "La Valchiria" di Wagner, per scoprire cosa c'è intorno al motivo - famosissimo - della Cavalcata delle valchirie. Si comincia ad ascoltare, magari si scopre che una Tosca piace più di un'altra Tosca e ci si comincia a chiedere perché...

Clodoveo 09-11-2007 10:22 PM

Io amo la Musica Classica in tutto il suo splendore, anche perché sono cresciuto ascoltandola giorno per giorno, i miei non ascoltano altro.
Potrei capire che la gente si divide i gusti musicali, uguale sarebbe il genere, però non capirò mai che qualcuno che ascolta musica dica di non conoscere quella Classica o almeno dichiarare che non la capisca.
La madre della musica è viva da sempre, fra cent´anni saranno dimenticati, Lennon, Endrix, i Led Zeppelin, i Pink Floyd, etc, etc, ma non sarà mai dimenticato un Mozart, Beethoven, Vivaldi, Verdi, Puccini, Bach, Brahms e tutti i grandi che la cantavano, la cantano e la canteranno; Ricordiamo Caruso, Del Monaco, Pavarotti, M. Callas, R. Tebaldi e tanti ancora.
La Musica Classica, si deve amarla perché insieme ai suoi creatori, non si fermerà mai perché non può morire.
Chi non ama la Musica Classica non può amare altra Musica.

Stephane 09-11-2007 10:28 PM

Premesso che non so moltissimo a riguardo e me ne sono interessato poco, comunque ho studiato a riguardo per dare un esame al conservatorio, anche se mi ricordo poco però.
L'opera lirica intanto ha radici antichissime, nel medioevo, e i papà dell'opera lirica può essere definito il melodramma, anche se è improprio affermarlo.
L'opera lirica si comincia a distinguere dopo il 600 in età barocca, ma ancora non era stata ben definita, infatti non c'era una fusione completa tra la parte musicale e la parte recitata chiamata recitativo accompagnato e recitativo secco. Più avanti, intorno al 1700 l'opera lirica cominciò a definirsi, veniva curato l'aspetto scenico e recitativo e l'aspetto musicale, l'orchestra cominciava ad allargarsi e apparì il libretto, dove venivano scritti i testi che venivano cantanti (perchè non si capisce molto quello che cantano), i cantanti vennero divisi in basso (più grave), baritono, tenore (più acuto) e per le donne contralto (più grave), mezzosoprano, soprano (più acuto).
Ovviamente dopo radicali cambiamenti, anche i cantanti dovevano avere quella presenza scenica necessaria e recitare cantando.
La grandezza di Pavarotti è dovuta oltre alle sue indiscusse doti da tenore, contando lunghe frasi d'un fiato e quindi permettendogli di ottenere il massimo dalla sua recitazione, il suo carisma e la sua presenza scenica erano enormi, inoltre è stato se non il primo uno dei primi ad allargare la lirica in altri campi della musica, dal rock al pop, e credimi la mania di conservazionismo dei maestri classici è tuttora enorme come se la musica classica sia riservata ad elite selezionata e con passato per così dire "nobile".
Per quanto mi riguarda credo che il merito più grande da attribuire a Pavarotti è quello di aver ampliato gli orizzonti della musica classica con il suo carisma e le sue doti eccezionali. Ragazzi, l'opera lirica è nata in Italia e prima di Pavarotti pochissime persone ne sapevano parlare in Italia.
Scusami se mi sono dilungato, ma non potevo spiegartelo se non facevo quella premessa.
Ciao

Scuola 09-11-2007 10:30 PM

Quote:

Originariamente inviata da Stephane (Messaggio 887)
Scusami se mi sono dilungato, ma non potevo spiegartelo se non facevo quella premessa.
Ciao

Per carità! Grazie a te per la spiegazione: è tutto più chiaro adesso...:-D

nevio 09-11-2007 10:46 PM

Secondo me è molto una questione di "pelle". La musica classica ti piace o non ti piace, come può essere per la techno.
Quindi di base, credo debba piacere la musica classica. A me per esempio piace molto, però avevo una certa avversione per la lirica (non so perchè). Poi sono andato a vedere un'opera e mi sono dovuto ricredere (sono stato anche ad un'opera di Wagner che è durata 4 ore).
Il fascino dell'opera sta nel connubio tra la musica, il canto e la scenografia. Credo sia da provare, ma affrontandola non da prevenuti, ma con un pizzico di curiosità.
Per quanto riguarda la validità di un cantante lirico, beh, per sapere se un giocatore di calcio gioca bene, devi avere un metro di confronto, che sono gli altri giocatori.
Tra i cantanti il parametro da valutare è chiaramente la voce. Se provi a sentire un po' di cantanti, capisci la differenza e capisci perchè Pavarotti (ma anche Domingo e Carreras, per nominare i "tre tenori") era cosi particolare.
C'è anche da dire, che i "tre tenori" han saputo giocare bene le carte del successo mediatico, fermo restando che comunque il loro valore è indiscutibile.

Candido 09-11-2007 10:50 PM

Certe melodie vanno direttamente al cuore.
Ma non sempre si tratta di amore a prima vista (ascolto); talvolta è il caso, talvolta e la passionalità di un compositore, talora è il mito creato da un autore o interprete, talvolta è l'interpretazione (musicale o canora), oppure la vicenda narrata...
Io se vedo un quadro di Picasso non provo nessuna sensazione, se vedo una chiesa Romanico-Pugliese mi entusiasmo, la pietà di Michelangelo potrei stare per ore ad ammirarla.
Un mio amico diceva che 70anni di permanenza sulla terra sono troppo pochi, io penso che siamo educati (istruiti) male.
Siamo troppo complicati!!!
Dopo questi "appunti" da folle ti do una dritta, ti suggerisco una scorciatoia per far arrivare le note di un opera lirica o classica, dritte al cuore (ed accelerare il processo di avvicinamento al mondo del melodramma): ascolta la musica in cuffia o su un buon impianto.
Ci sono emozioni nascoste anche nei singoli bit di una riproduzione digitale.
Ora qualcuno dirà che la qualità artistica va ben al di là dei bit verissimo
Ma siamo complicati, troppo complicati
Buon ascolto

Scuola 09-11-2007 10:56 PM

Quote:

Originariamente inviata da Candido (Messaggio 893)
Un mio amico diceva che 70anni di permanenza sulla terra sono troppo pochi, io penso che siamo educati (istruiti) male.

Io penso che queste sono due grandissime verità e quindi vado un pochino OT.;-)

Se potessimo vivere il doppio, potremmo fare molte più cose belle e in meno tempo. Pensa che in una vita media, cosa spenderemo in proporzione per imparare? Almeno metà, credo! E l'altra metà per mettere a frutto. Se vivessimo il doppio avremmo 1/4 di vita per imparare e 3/4 per praticare, quindi in proporzione molto meno spreco di tempo.

Riguardo all'educazione, è evidente che la scuola d'oggi è indietrissimo con i tempi (come anche il governo) dovuto principalmente, credo, alla burocrazia. Se si potesse ottimizzare tutto questo, le prossime generazioni avrebbero un rendimento sicuramente maggiore, ma la strada è ancora lunga per cambiare il mondo...!:-(

Catello 09-11-2007 11:01 PM

Premetto: Io non amo l'opera (forse avrei dovuto, avendo studiato musica classica). Ho una repulsione per la recitazione cantata (compresi i musicals).
Comunque l'opera appunto è una recitazione teatrale cantata. Diciamo che va apprezzata (per chi ama il genere) per la musica, la scenografia ecc., ma che la voce dell'interprete (anzi, degli interpreti) è di fondamentale importanza. Onestamente non trovo che Pavarotti fosse UNICO nel suo genere, almeno per MIO GUSTO (preferivo Placido Domingo ad esempio tra i 3 del famoso terzetto) e credo anche che, a prescindere dalla tecnicità, vada molto a gusto. Ci sono cantanti più espressivi, cantanti invece che hanno una potenza e un'estensione vocale incredibile, poi credo incida molto anche la "pulizia" del linguaggio (ovvero la dizione). Le voci (e questo lo so per aver fatto pianoforte e canto) sono suddivise in contralto, tenore, baritono, basso, soprano e mezzo soprano.
Diciamo che le voci femminili sono i contralti, i mezzosoprani e i soprani. Le altre sono quelle maschili (Luciano era un tenore).

Yeray 09-11-2007 11:05 PM

Ma siamo sicuri che i 300mln di dischi fossero tutti di "opere" oppure erano i suoi famosi duetti e le esibizioni con i tre tenori... perchè un conto è sentire cantare delle arie famose mescolati e dei brani pop a pezzi di musical e canzoni celebri interpretati in chiave lirica e un'altro è conoscere ad apprezzare un'opera intera.
L'abilità di Pavarotti (non so se la definirei arte) è stata questa: portare l'interpretazione lirica all'attenzione delle masse "distratte" sia con il sodalizio con gli altri due tenori che con i suoi famosi Pavarotti and Friends.
Per capire le sue capacità canore di tenore ci vuole un parere che tecnico io non posso dare, ho letto che non era un tenore straordinario e sentito dire molti appassionati che a livello di tecnica e di doti (estensione, colore, timbro) dei tre il migliore era Carreras.
Lui aveva comunque avuto delle brillanti intuizioni di marketing e ha saputo verso la fine della sua carriera trovare un modo intelligente per coinvolgere un vasto pubblico.

Candido 09-11-2007 11:35 PM

Quote:

Originariamente inviata da scuola (Messaggio 894)
Se potessimo vivere il doppio, potremmo fare molte più cose belle

Io penso che:
  • vivendo di più potremmo dedicare maggiore tempo ad ascoltare gli altri
  • vivere per un tempo maggiore con gli altri ti porta inevitabilmente a rispettare il prossimo perchè te lo ritrovi avanti "agli occhi" per più tempo. Mi spiego: se fai uno sgarbo a qualcuno, hai il doppio (almeno) di possibilità che ti possa restituire la cortesia.

Quote:

la scuola d'oggi è indietrissimo con i tempi (come anche il governo) dovuto principalmente, credo, alla burocrazia.
E’ tutto voluto, non fa comodo a nessun governo che il popolo sia istruito.
Unica parola ammessa : STRUMENTALIZZAZIONE

roberto 09-12-2007 12:09 PM

Quote:

Originariamente inviata da scuola (Messaggio 866)
e soprattutto in che aspetti era così unico il povero (non dal punto di vista economico, eh?) big Luciano?

Provo a rispondere alla tua ultima domanda con mie parole, sperando di non essere frainteso, premetto che rispondo da ammiratore.
Prendi la fotografia per esempio, se la pratica un appassionato con il passar del tempo, diventerà sempre più bravo fin a diventare un esperto fotografo (certo ci sono casi in cui non è così, senza offesa per nessuno).
L’ estensione della voce di tenore va dal Do della seconda ottava al Do della quarta ottava, salendo di più inizi a diventare non più “tipico tenore”.
Tu credi che una persona appassionata di canto, non avendo una predisposizione naturale possa entrare nell’estensione della terza ottava della voce di tenore?
Pavarotti arrivava al Fa sovracuto e per quanto ne so (ma non sono certo) solo un altro tenore al mondo Gedda era in grado di eseguire il Fa sovracuto tra l’altro contenuto nella partitura dei Puritani di Bellini.

Enzo 09-12-2007 12:22 PM

Per approfondire, c’è una breve storia in Wikipedia:;-)

http://it.wikipedia.org/wiki/Luciano_Pavarotti

francesca 09-12-2007 12:37 PM

Ciao!

Come spiegare quello che sentiamo ascoltando un'opera? Difficile...

Da molto tempo andavo a vedere quel tipo di spettacolo, non ci trovavo un gran piacere, mi piaceva sopratutto la musica.

Poi ho guardato diversamente l'opera quando ho conosciuto Andrea Bocelli e ho capito l'emozione che può procurarci.

Per decidere chi è bravo o no, bisogna conoscere le regole dell'arte ma ognuno è capace di sentire se stesso se l'artista gli da emozione.

Pavarotti aveva il sole nella voce. Era un uomo di gran cuore.
Qualcuno che conosco ha detto quando è morto : "ora il coro degli angeli ha un meraviglioso solista".
Ho trovato questa frase molto bella.

Maela 09-12-2007 12:50 PM

Quote:

Originariamente inviata da scuola (Messaggio 866)

Allora mi chiedevo se qualcuno che ne sa più di me, può provare a spiegare in maniera semplice e comprensibile a tutti (non come scritto sui giornali) in cosa consiste quest'arte, come capire chi è bravo o no

Salve,
non è proprio così facile spiegarti cos'è la lirica ma certamente se ci sono in tutto il mondo tanti appassionati che dopo 200 anni si commuovono ascoltando Madama Butterfly o la Traviata un motivo c'è di sicuro. Purtroppo la cultura moderna non lascia molto spazio al sentimento mentre la lirica è basata proprio sulla varietà di questi.

Quando un compositore scriveva un'opera, necessitava e ricercava affannosamente un libretto che lo ispirasse (libretto cioè testo poetico)ed ecco quindi la messa in scena di grandi "storie" a volte tratte da capolavori letterari o teatrali (anche Shakespeare per esempio) che vengono narrate in musica (Quello che noi chiamiamo Melodramma). Tuttavia, a seconda delle epoche, l'argomento può essere tragico, comico, buffo, semiserio ecc..., ma sempre di lirica si tratta.

Quindi grandi storie veicolate da grande musica. Certo è che per cantare questo genere musicale all'epoca della sua nascita, non vi erano supporti tecnici (microfoni) quindi per poter superare il volume dell'orchestra, occorreva una tecnica speciale che è quella che consente di sviluppare la voce per renderla udibile sopra il volume orchestrale. Questo studiano i cantanti: sviluppare in modo "artistico" e godibile la propria voce che deve essere messa a disposizione del compositore per dare vita e "voce" ai suoi personaggi.

Per capire la bravura di un cantante bisogna avere un buon orecchio allenato e questo lo si ottiene ascoltando i Grandi. Certo è che per un neofita entrare nel mondo della lirica non è semplice, ci vorrebbe un "traghettatore" a spiegare trame e personaggi. Tuttavia fate molta attenzione: la lirica è un vortice che se ti cattura ti fa prigioniero per tutta la vita.

Speranza 09-12-2007 04:28 PM

Quote:

Originariamente inviata da roberto (Messaggio 904)
Pavarotti arrivava al Fa sovracuto e per quanto ne so (ma non sono certo) solo un altro tenore al mondo Gedda era in grado di eseguire il Fa sovracuto tra l’altro contenuto nella partitura dei Puritani di Bellini.

... nell'aria "Credeasi, misera" dell'ultimo atto :-)
E' un fa sovracuto che cantano in pochi (Kraus non ci arriva? Io ricordo di si ma forse mi sbaglio), tuttavia non è fatto (ovviamente) in voce piena ma in falsettone in pieno stile "bel canto".
Molto più impressionante, secondo me, il re bemolle sovracuto che c'è nel primo atto ("A te, o cara"). Pavarotti è uno dei pochi che raggiunge sempre in re in "possente amor mi chiama" del Rigoletto (ancora, insieme a Kraus che però ha una voce molto più sottile).
I grandi tenori amano piazzare acuti anche non in partitura, e Luciano era certo uno di questi (mai ascoltata la Norma con Pavarotti?).
Grande voce, metallica ma possente. Il mio unico cruccio è che sono troppo giovane per averlo visto cantare dal vivo...

Ma torniamo in Topic: una visita a teatro e uno spettacolo magari di quelli "facili" (che so, Tosca, Boheme, trilogia verdiana) vi farà capire se fa per voi. Meglio andare con qualcuno che ci capisce e vi possa spiegare la trama, per apprezzare in pieno la tecnica di canto invece avrete bisogno di paragonare le varie esecuzioni. Purtroppo le registrazioni sono eseguite da interpreti che difficilmente vedrete on stage, e soprattutto in condizioni controllate, quindi non aspettatevi il medesimo livello. Tuttavia non è poi difficile trovare un buon cast di medio livello con alcune gemme al suo interno, e apprezzare immensamente lo spettacolo. Certo, a volte l'esecuzione fa un po' pena, ma se frequentate un buon teatro (la Scala, ad esempio, e l'Arena per chi vive al nord) avrete certo occasione di passare momenti indimenticabili.
Ah, se poi spendete i soldi che avete da parte per il 50/1.2 in CD d'opera non lamentatevi con me.

Candido 09-12-2007 04:33 PM

Quote:

Originariamente inviata da Speranza (Messaggio 914)
una visita a teatro e uno spettacolo magari di quelli "facili" (che so, Tosca, Boheme, trilogia verdiana)

Fortuna che hai messo le virgolette...
Io consiglio vivamente il repertorio pucciniano e almeno il verismo italiano (vabbè tutto il primo 900).
La Tosca in primis.
Opera geniale, intelligente, molto profonda, ardita (sesso in chiesa), scritta, trascritta e musicata con una arguzia per me senza pari.
Sembra di facile ascolto (ovviamente libretto alla mano) ma poi ci si lascia travolgere dagli eventi politici, passionali...
E la musica ... Ah la musica...
Apri il cuore ed ascolta...

E se non succede niente... Ti consoli il fatto che a me non piace Mozart ( a parte il requiem) e quindi gli "insensibili" saremmo in due.;-)

Roy 09-12-2007 04:34 PM

Un ricordo personale sulla fama di Pavarotti.
Nell'82 mi trovavo in Lapponia per lavoro, la mia meraviglia nel sentire la gente del posto che ammiravano l'Italia per la pizza e Pavarotti. Questo per dire che era più conosciuto e amato all'estero che in Italia.

Adolfo 09-12-2007 04:53 PM

Ciao Scuola,

ti rispondo solo a titolo personale, naturalmente.
Per me Pavarotti aveva di eccezionale solo il timbro vocale, che lo rendeva certo unico e sempre riconoscibile tra tanti. L'ho scoperto un giorno, confrontando tre versioni de "Il mattino" di Leoncavallo, cantate da Carreras, Domingo e Pavarotti.
Le prime due, evidenziavano ovviamente voci molto piacevoli ed erano ottime. Quella di Pavarotti mi ha fatto capire subito che questo aveva una voce con un colore molto particolare.
Come per le voci dei doppiatori, tutte sono belle, alcune sono particolarissime e gustose come il compianto Ferruccio Amendola, che ha doppiato tanti da De Niro a Stallone, rendendoli. O come dimenticare Lionello che doppiava Woody Allen meglio dell'originale.

Quindi solo un fatto di colore della voce.

Infatti per il resto, non sopporto manco un po' il nostro Pavarotti. Per non parlare delle sue performances volgari con i tre tenori in giro per il mondo a cantare in modo indegno le nobili canzoni napoletane.

Per non parlare di quelle manifestazioni orripilanti del "Pavarotti and friens", dove quegli altri prezzolati artisti pop erano costretti a duettare con lui le loro canzoni, che erano completamente fuori genere per un tenore.

Per non parlare infine del gran casino che hanno fatto i media intorno alla sua morte.
Articoli che sicuramente quei vermi dei giornalisti avevano già pronti nel cassetto, in previsione della sua dipartita. (Questa di fare gli articoli di questo tipo è una consuetudine nell'ambiente e si chiamano "coccodrilli").

Del resto, questo è un paese arretrato e poco colto. La gente italica ama i miti, non la sostanza, perchè è più facile amare che capire. Seguire un calciatore e strillare allo stadio, piuttosto che andare a correre e sudare per due ore.

Non potrai quindi leggere altro che articoli pieni di miele stucchevole sulla sua figura, ovviamente.

Qualche altra parola sul mondo dell'opera, così me li faccio nemici tutti...
No, basta.

Solo un'ultima: nello stesso giorno o quello dopo, è morto anche Joe Zawinul.
Manco un titoletto. E lui era davvero un grande, andate su Myspace a cercarlo, era il tastierista compositore austriaco che ha fatto impazzire il mondo con i "Weather Report" e con tutte le sue posteriori formazioni multietniche strepitose.

Manco una parola...

Scuola 09-12-2007 04:58 PM

Quote:

Originariamente inviata da Adolfo (Messaggio 918)
Articoli che sicuramente quei vermi dei giornalisti avevano già pronti nel cassetto, in previsione della sua dipartita. (Questa di fare gli articoli di questo tipo è una consuetudine nell'ambiente e si chiamano "coccodrilli").

Non so se hai visto che adesso circolano su ebay i libretti funebri messi all'asta venduti a delle cifre inimmaginabili. Ho visto anche l'inserto speciale del resto del carlino per il suo funerale a 5000€ (di richiesta).
Roba da matti! Cosa bisogna fare al prossimo funerale vip per impedire queste cose? Forse è per questo che li celebrano sempre più spesso in maniera privata...

Lena 09-12-2007 05:33 PM

Ciao a tutti,
secondo me il pezzo più bello in assoluto prodotto nella carriera di Pavarotti (e anche più famoso !!) è il "nessun dorma" tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini, con il famoso "vincerò".
Qui c'è una registrazione del 1982
http://www.youtube.com/watch?v=Cr5vpHtJIlg
(mi vengono i brividi , volume al massimo mi raccomando )
Ciao

Martino 09-12-2007 06:03 PM

Ciao Scuola!
Per quanto riguarda il tuo quesito cercherò di risponderti sia in qualità di amante dell'opera lirica, sia come persona che, seppur giovane, studia il Belcanto da alcuni anni.

Per poter comprendere fino in fondo l'infinita bellezza di questa forma d'arte è indispensabile capire che un'opera è la rappresentazione di una storia, che per esprimere i sentimenti, le emozioni dei personaggi, si affida non solo alla bellezza del canto e della musica, ma anche alla persuasione della recitazione e dei costumi. E’ l'incontro tra musica, canto danza e recitazione a rendere meravigliosa un'opera.
Tutto ciò significa che per essere dei bravi cantanti lirici non basta possedere un'ottima tecnica vocale, ma bisogna essere anche dei bravi attori.
Pavarotti era uno dei migliori cantanti lirici del nostro secolo proprio perchè possedeva queste due grandi doti: una tecnica vocale ineccepibile e una grande capacità di interpretazione.
Dal punto di vista strettamente tecnico Pavarotti possedeva un fraseggio perfetto, ovvero quella capacità di far comprendere ogni parola che cantava con chiarezza. Inoltre possedeva un'estensione davvero incredibile, e un timbro cristallino, inconfondibile.
Le sue interpretazioni sono memorabili proprio perchè riusciva a trasmettere con naturalezza e semplicità le emozioni del personaggio che interpretava.

Credimi, non sono doti che tutti possiedono!!

I personaggi del Maestro così come la sua voce sono un patrimonio per tutti noi e continueranno ad emozionare tutti quelli che si lasceranno coinvolgere da questa nobilissima arte e dalla sua voce.

GRAZIE MAESTRO!!!

Wilma 09-12-2007 06:21 PM

Il maestro, secondo gli amici del suo papà, era inferiore a "potenza vocale"di quel suo papà.
Lui ebbe quella grande eredità dal padre: una voce magnifica.
Era senz'altro un tenore lirico del genere romantico. Ma avere solo una voce potente non basta; ci sono quelle sfumature che si sentono, quando confronti brani d'opera cantati da diversi tenori.
Allora si sente che lui ci metteva qualcosa di suo, che non si impara al conservatorio: è una dote naturale!

Bobby 09-12-2007 09:19 PM

Quote:

Originariamente inviata da Speranza (Messaggio 914)
Molto più impressionante, secondo me, il re bemolle sovracuto che c'è nel primo atto ("A te, o cara"). Pavarotti è uno dei pochi che raggiunge sempre in re in "possente amor mi chiama" del Rigoletto (ancora, insieme a Kraus che però ha una voce molto più sottile).

Alfredo Kraus Trujillo raggiungeva il Mi bemolle.;-)

bruno 09-13-2007 07:43 PM

Da qualche giorno non abbiamo più uno dei grandi interpreti mondiali della lirica: una perdita che peserà sensibilmente nel nostro mondo di appassionati e melomani. Con Pavarotti avevamo ripreso la lederschip nel settore tenorile che avevamo un po’ smarrito dopo la perdita dei Gigli, dei Del Monaco, dei Corelli e tantissimi altri (mi spiace non poterli elencare tutti solo per ragioni di spazio) e l'avvento prepotente dei tenori spagnoli. Nulla da togliere alla loro professionalità e bravura: è importante che la lirica viva anche sotto questi aspetti per così dire sportivo/campanilistici. Ciò che mi ha profondamente deluso e rattristato è come alcuni settimanali abbiano già sfruttato l'occasione di allegare le interpretazioni di Pavarotti, approfittando dell'onda emotiva della sua prematura scomparsa, quasi per non arrivare secondi alla grande opportunità che si è presentata loro. A mio parere questi giornali sono arrivati ultimi!

Maela 09-13-2007 10:42 PM

Quote:

Originariamente inviata da bruno (Messaggio 936)
Da qualche giorno non abbiamo più uno dei grandi interpreti mondiali della lirica: una perdita che peserà sensibilmente nel nostro mondo di appassionati e melomani. Con Pavarotti avevamo ripreso la lederschip nel settore tenorile che avevamo un po’ smarrito dopo la perdita dei Gigli, dei Del Monaco, dei Corelli e tantissimi altri (mi spiace non poterli elencare tutti solo per ragioni di spazio) e l'avvento prepotente dei tenori spagnoli. Nulla da togliere alla loro professionalità e bravura: è importante che la lirica viva anche sotto questi aspetti per così dire sportivo/campanilistici. Ciò che mi ha profondamente deluso e rattristato è come alcuni settimanali abbiano già sfruttato l'occasione di allegare le interpretazioni di Pavarotti, approfittando dell'onda emotiva della sua prematura scomparsa, quasi per non arrivare secondi alla grande opportunità che si è presentata loro. A mio parere questi giornali sono arrivati ultimi!

Parlando da brave persone, Bruno, Lei ha perfettamente ragione, ma se questo può servire per divulgare o solo incuriosire qualcuno e portarlo a conoscenza che oltre a Laura Pausini, Zucchero o Vasco, c'è qualcuno che ha portato la storia della musica Italiana nel mondo, e a pieno titolo, ben venga. Forse qualcuno si soffermerà ad ascoltare le pagine immortali scritte da geni musicali che non si esauriscono nel giro di un ventennio ma che originano emozioni anche a centinaia di anni di distanza dalla composizione. Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere questo genere musicale, siamo tenuti a distanza o guardati con diffidenza, invece sono gli altri che non sanno quel che si perdono! Se ha avuto occasione ieri sera di vedere in tv la fiction sulla Callas e Onassis forse potrà capire quanta ignoranza c'è attorno alla lirica: si figuri che l'attrice che secondo loro avrebbe dovuto impersonare la Divina, parlava con uno spiccato accento campano quando tutti ben sappiamo che se proprio un dialetto aveva fatto suo, era quello veronese!! Che schifo quella produzione. Sarebbe stato meglio che i soldi spesi per quella scempiaggine fossero stati dati in beneficenza! Ma noi, popolo del sentimento, continuiamo imperterriti con la nostra opera di divulgazione perchè anche solo un'anima strappata alla superficialità è un successo che ci allarga il cuore. Grazie per aver scelto di condividere con noi il Suo pensiero.

Robert 09-14-2007 01:44 PM

Penso che non è una questione di “capire” la lirica, è come chiedere: cosa ci trovate di tanto bello in un tramonto mozzafiato? sono sentimenti ed emozioni che ogni persona percepisce in base al proprio stato d’animo e alla propria sensibilità. Di solito il “microbo” che ti fa amare la lirica è scritto nel DNA di ogni persona, chi più chi meno, mi spiego: Personalmente devo il mio approccio al mondo dell’opera grazie ai film di Mario Lanza, quando avevo appena 5 anni, i miei genitori mi portavano al cinema e in quegli anni (inizio anni ’50) trionfava sugli schermi questo giovane tenore italoamericano, rimasi folgorato dalla sua voce e dai brani che cantava, poi, a casa mia, il sabato sera, ci riunivamo attorno alla radio a valvole(ricordo che mi divertivo a sintonizzarmi alle stazioni attirato dall’occhio magico verde che si apriva e chiudeva agganciando le stazioni), e mi soffermavo ad ascoltare le opere che venivano trasmesse con la voce di Beniamino Gigli e i grandi dell’epoca. Sarà che ai miei tempi le opere venivano trasmesse spesso dalla radio, sarà che la cultura era vera cultura, fatto sta che le opportunità di ascolto erano a portata di tutti, la radio prima, e la televisione poi, sono potenti mezzi di comunicazione di massa e la gente assorbe quello che sente. Purtroppo oggi, dalle varie stazioni radio e dalle TV, la gente si becca quello che viene trasmesso e, come tutti possono constatare, più che musica vera, trasmettono “rumori”, film violenti, isole famose e grandi fratelli che non portano nulla di buono, anzi stiamo assistendo al degrado completo, con eccessi come quelli della vicina Inghilterra, dove baby gang si fanno la guerra a soli 11 anni, la cultura della violenza anche a colpa dei videogiochi violenti che i giovanissimi, parcheggiati dai genitori davanti agli schermi dei PC o della TV, si cibano giornalmente. Chi semina vento raccoglie tempesta, dice il proverbio, ai miei tempi e prima dell’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, la gente per vedere uno spettacolo andava a teatro dove tutto è più umano e reale, oggi nel rumore frenetico della vita moderna, si stanno perdendo i valori veri, forse la risposta alla tua domanda, va ricercata in questi motivi. Concludo invitandoti ad andare a teatro, forse lì, se il Cast è all’altezza, potrai capire di più.
Robert

Candida 09-15-2007 02:28 PM

L'equazione numero di dischi venduti / valore del cantante non è sempre una garanzia.
Ci sono cantanti popolari (per via della loro visibilità od operazioni di tipo commerciale) e altri che lo sono molto meno, ma hanno doti e studio decisamente maggiori.

Personalmente, pur essendo appassionata di lirica, non ho mai acquistato dischi o cd con Pavarotti come interprete.

Non voglio dare giudizi di valore perchè credo che l'apprezzamento dipenda, oltre che dai canoni (che comunque la lirica ha), molto dal gusto personale.

Ho sempre apprezzato di più i tenori scuri, ma anche i soprani, se non addirittura un tipo di voce per questi ultimi che vira verso il contralto.

Per apprezzare la musica lirica a mio parere sarebbe utile partire da opere leggere e divertenti, come Il Barbiere di Siviglia di Rossini, se non dalle arie più famose nonchè dalle romanze.

Sarei in dubbio sul genere dell'operetta (Vedova Allegra, Cincillà per fare esempi), perchè dall'opera si discosta sia per genere che per vocalità.

Altra cosa utile è conoscere la storia dell'opera stessa, sarà più facile apprezzare il singolo brano e seguire il corso della vicenda, quindi comprendere l'intensità drammatica della stessa.

La Traviata ad esempio s'ispira alla Dama delle Camelie di Dumas.

L'aria di Alfredo (famosa perchè utilizzata quella della Callas in situazioni mediatiche disparate) ovvero: Amami Alfredo.. amami quant'io t'amo, presa così potrebbe sembrare eccessivamente enfatica.

La storia invece prevede questo tipo di pathos: Violetta sa che è l'ultima volta che vedrà Alfredo (Sarò là, tra quei fior, presso a te sempre, sempre, sempre presso a te...) eppure gli promette che sarà con lui per sempre, ma conoscendo la storia si sa che lo sarà col pensiero, poichè ha promesso al padre di Alfredo di lasciare il suo amante per non rovinare la reputazione alla sorella.

Questo vale per tutte le opere: l'immedesimazione nei protagonisti dove spesso si verificano situazioni amorose, il sacrificio, la vendetta (Rigoletto ad esempio), la gelosia.

Ovvero tutte le emozioni umane che trovano sia nelle parole che nella musica un'esaltazione.

Altra cosa che può essere utile è ascoltare lo stesso pezzo cantato da protagonisti diversi; ad esempio un brano come Lucevan le stelle (Tosca) cantato da Giuseppe Di Stefano, Carlo Bergonzi, Domingo ecc.. e valutarne le differenze.

Anni fa uscì in edicola una cassetta: "Toscanini prova la Traviata".
Ne ho trovato un estratto su youtube:
http://it.youtube.com/watch?v=JNqdLMSpJXs

Erano prove registrate, sì, ma che prove! Con i commenti di Toscanini ".. sembrate dei carri" gridava all'orchestra.
Impossibile non appassionarsi.

Bryan 09-15-2007 06:11 PM

Ciao a tutti.
Sono reduce dall'Arena di Verona ove ho assistito all'Opera/musical "Giulietta e Romeo" di Riccardo Cocciante. Francamente, a mente serena, devo dire che sono rimasto deluso e ben difficilmente potrà riscontrare lo stesso successo avuto con "Notre Dame de Paris". Probabilmente quest'ultima era una novità e la trama era più confacente per una rappresentazione sotto forma di musical: certo che per "Giulietta e Romeo" Pasquale Pannella non ha saputo trarre dialoghi coinvolgenti ne’ la musica trascinarti e coinvolgerti come l'opera Shakespeariana avrebbe meritato. Buone le voci che però sfociavano alla fine dei brani in acuti strappa applausi, i cori con ritmi coinvolgenti, i balletti ma soprattutto la scenografia e la regia. Insomma "Giulietta e Romeo" mi è parsa come quei film che hanno un buon successo alla prima e sull'onda di ciò, proseguono con il secondo, il terzo e così via tanto da diventare puramente un fatto di cassetta piuttosto che di valore artistico. Spero di non averVi tediati con questa recensione e Vi ringrazio per l'ospitalità.


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