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Vecchio 03-04-2009, 02:24 PM
bithos bithos non è in linea
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Originariamente inviata da Precarietà Visualizza il messaggio
Cosa pensate di questa crisi economica, sarà una fase (come è stata quella del '29) oppure credete che stia fallendo un modello, e quanto il non saper essere comunità e invece perseguire l'individualismo, abbia condizionato questa crisi?
e quanto un uso consapevole nonchè un idea di giustizia sociale e civile, che distribuisse risorse in basso, e tutele alle fasce scoperte (precar*, pover* etc) avrebbe potuto evitare questa crisi?
E la parola Decrescita cosa vi fa venire in mente?

Ho inserito una serie di domande per capire cosa si pensa di questa crisi, al di là della retorica e della forma che i media ci propinano, che spesso poi ritengo essere pura falsità, appunto solo forma...
Inoltre link un libro che mi ha fatto pensare a questa domanda da porre:
http://www.carta.org/campagne/decrescita/16188

Il nostro sistema produttivo era basato su una domanda sostenuta artificialmente dal debito pubblico e dalla creazione "virtuale" della ricchezza.
Oggi entrambi, per le note ragioni, non hanno piu' spazio. Quindi la domanda crolla creando esuberi nel sistema produttivo. Il fenomeno si ingigantirà l'anno rpossimo, quando la mancata produzione di ricchezza del primario e del secondario si rifletterà in una forte contrazione della raccolta fiscale. Perchè, se mai qualcuno l'avesse dimenticato, è il sistema produttivo che produce la ricchezza non altri.
Certamente il sistema troverà un suo punto di equilibrio, ma sarà ad un livello sensibilmente inferiore rispetto a quello attuale.
Quindi sono illusorie le misure tampone (ammortizzatori, assegni di povertà, ecc ) che il governo oggi si propone e le parti sociali chiedono. Non è più tempo di vacche grasse, non accadrà più che sia necessario importare manodopera dall'estero per fare i lavori sgraditi. Torneremo ad essere un popolo di emigranti, solo che questa volta ad emigrare saranno i tecnici i più professionalizzati. Occorrerebbero misure strutturali per favorire il cambiamento. Tra queste uno stato più leggero che sia compatibile con un PIL ridotto.
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