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Vecchio 10-28-2012, 05:42 PM
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Mauro ciao. Vediamo, non è facile cercare di tirare su una persona che si crede già con un piede nella fossa, così come non è facile dire qualcosa di più rispetto a quanto detto da Nicola. E’ difficile entrare nel merito delle scelte terapeutiche operate dal tuo oncologo. In effetti, dopo l’intervento iniziale al rene dx (quanto era infiltrato dal tumore, così poco da non rendere necessario l’asportazione totale?), mi sembra strano che tu non sia stato sottoposto a chemio; di qualsiasi genere, ma comunque una terapia preventiva o di mantenimento si doveva fare, purtroppo non tutti la pensano così! Io, pur essendo nella tua stessa situazione iniziale: asportazione del rene dx, 4 – 5 metastasi per ogni polmone tutte intorno a 1,5 cm, non ho reputato opportuno operarmi, in ciò confortato dal mio oncologo, perché significava trasformare i miei polmoni in gruviera. Abbiamo optato per la chemioterapia. Dopo un lusinghiero risultato (riduzione per numero e dimensioni delle metastasi) purtroppo la terapia non ha più funzionato e, dopo vari altri tentativi (tra cui un trapianto di cellule) dal giugno 2008 sono approdato al sutent. Anche questo farmaco ha avuto un immediato risultato positivo: le meta si sono ridotte a due nel polmone sx ed una a quello dx che, da allora, sono invariate. Certo immagino lo sconforto, immagino la stato d’animo. Lo paragono ad una immensa tramvata che ti colpisce a tradimento, prima di riprenderti ci vuole tempo e forza d’animo. Io sento di invitarti all’ottimismo perché il sutent è un buon farmaco per il “congelamento” della situazione. Ha degli effetti collaterali non indifferenti ma, per fortuna, non tutte le persone li manifestano alla stessa maniera. C’è chi sta “quasi” bene come Nicola, c’è chi come me sta leggermente peggio. In entrambi i casi però bisogna andare avanti. La sofferenza è ben poca cosa rispetto alla gioia di vivere accanto alle persone che ami. Credimi, anche io 12 anni fa pensavo che la mia vita fosse finita. La prima domanda che posi all’oncologo fu proprio: “quanto mi resta?”. Dopo ho modificato radicalmente il modo di vedere la vita, di considerare le mie priorità. Ho mandato a quel paese il lavoro dove, ne ero convinto, mi ritenevo indispensabile (anche perché mi hanno pensionato). Mi sono aggrappato con denti ed unghie alla vita ed ho cominciato a “godere” delle piccole cose che fino a quel momento non avevo neppure considerato: una passeggiata con i ragazzi sui colli a raccogliere castagne e nocciole; passeggiate in bici con mia moglie lungo la bellissima campagna padana. Ho scoperto i colori del cielo al tramonto e la tranquillità di leggere un buon libro sul divano. Ho riscoperto gli amici e l’allegra compagnia di un pomeriggio a giocare a carte o di una grigliata incasinata con loro….. Ho riscoperto i miei figli. Ho passato tutti i pomeriggi con loro ai giardini, li ho visti crescere e seguiti giornalmente (tra i miei alti e bassi) fino al diploma ed alla laurea. Pensavo di non riuscire a fare tutto questo eppure sono ancora qui dopo 12 anni!!! Non piangere sulla tua situazione, guarda tua figlia e pensa che lei ha bisogno di te per crescere e credi (credici veramente) che la vedrai diventare bimba, signorina e ragazza….. Coraggio Mauro, noi siamo qui, io come tanti altri in questa piazzetta, a dimostrare che col tumore si può convivere, bene o male che sia. Chiedi e sfogati, noi siamo qui anche per questo.
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Un carissimo saluto da Franco
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