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Vecchio 01-20-2011, 05:44 PM
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Cara Sara, mi ha addolorato molto leggere il tuo post. Le condizioni di Elda non devono essere delle migliori a giudicare dal tuo stato d’animo che traspare tra le righe. E’ certamente difficile, per un figlio che assiste il genitore, cercare di rendere più accettabile la malattia quando questa si fa sentire così dolorosamente. Ci si sente inutili, impotenti e spesso l’istinto è quello di scappare. Ho vissuto questi stati d’animo per 2 volte: la prima con mia madre e la seconda con mio padre. Per mia e loro fortuna il loro travaglio durò relativamente poco, circa 6 mesi ciascuno. Non è facile consigliarti e consolarti. A me piacerebbe, se mi trovassi nelle condizioni di Elda, che mio figlio mi stesse comunque accanto, anche se ovviamente cercherei di allontanarlo per fargli vivere comunque la sua vita. Mi piacerebbe raccontargli la sua infanzia, che non ricorda più, e parlare del suo futuro. Dei suoi progetti, dei suoi sogni e ambizioni. Sono tutti discorsi che non ho mai fatto con i miei figli perché non “c’è tempo”, siamo sempre tutti di corsa e affannati a correre dietro a tanti interessi che ci lasciamo coinvolgere tanto da perdere di vista i veri interessi: quelli della nostra famiglia. Una cosa è certa: mi darebbe fastidio (come mi dà fastidio già ora) che ogni incontro cominciasse con la frase:”ciao come stai?”. E’ ovvio, si vede lontano un km come sto…. Parlate d’altro. Certe volte si dà per scontato che noi genitori sappiamo tutto dei nostri figli: niente di più falso! Non mettere Lei quale soggetto della conversazione. Parla di te, di tutte quelle cose che non le hai mai detto perché le davi per scontate e, quando proprio non hai niente di interessante da raccontarle, chiedigli se vuole che tu legga qualche pagina di un libro che a lei piace in modo particolare. Cara Sara, per quanto impegno ci metterai non riuscirai mai a mitigare il suo dolore, non riuscirai mai a fargli dimenticare la malattia. Puoi invece cercare di farla sorridere, di farle trascorrere qualche ora in serenità in attesa di tempi migliori. Vedrai che tutto questo malessere generale è passeggero, la terapia comincerà a fare effetto e qualche risultato lo porterà. L’importante è crederci fino in fondo! Un abbraccio a Elda
Isa sinceramente anch’io non mi sarei aspettato un tuo comportamento simile. La tua partecipazione, anche defilata, non avrebbe minimamente incrinato il momento di gloria dei familiari del Don. Il motivo vero penso che sia ancora dentro di te…. Nel profondo del tuo cuore sai perché non sei voluta andare e, se riuscirai a portarlo alla luce, forse riuscirai ad esorcizzarlo ed affrontare più serenamente il ricordo di quel triste ma intenso e gioioso periodo.
Tommaso penso e spero, che ormai il periodo nero sia alle spalle. Coraggio come al solito, unghie in fuori e pelo ritto, ringhia e incuti paura alla bestia…. Vedrai che scappa!!!
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Un carissimo saluto da Franco
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