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Vecchio 07-30-2009, 06:43 PM
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vedi caro amico mi spiace che si imposti sempre una discussione sul signoraggio in base a degli schieramenti: signoraggisti contro antisignoraggisti, dove inevitabilmente le discussioni diventano infinite e anche molto astruse data la materia, che in genere è molto complicata e anche molto noiosa (almeno per me), e molto spesso scivolano anche negli insulti (ho letto alcuni post, non qui, che sono veramente vergognosi e di una arroganza inaccettabile, sia da parte di chi sostiene che il signoraggio sia una truffa colossale, sia da parte di chi sostiene che sia tutta una bufala).
Non sono un economista, non sono un signoraggista, e non voglio (nè posso, per motivi di tempo) intavolare discussioni infinite sul signoraggio sì e signoraggio no. Penso solo che il sistema economico nel quale siamo inseriti sia sbagliato, profondamente sbagliato e autodistruttivo per l'uomo, perchè mette al centro il denaro e non la persona: la persona è così ridotta a merce e lo scopo del lavoro è creare reddito in denaro per alcuni e non creare ricchezza (non reddito) per la collettività. Il lavoro diventa così il modo in cui soddisfo i miei bisogni (anche quelli non proprio indispensabili) e non un modo per mettersi al servizio della collettività.
Credo che il signoraggio sia solo una logica ed inevitabile conseguenza di questo sistema.

Vorrei però, se ti va, invitarti ad alcune riflessioni.
Quando tu hai in tasca 100 euro (ad es) ce li hai perchè hai prodotto un bene o servizio col tuo lavoro che ti è stato riconosciuto con quel pezzo di carta con scritto sopra 100 euro, quindi i 100 euro sono il simbolo, la misura della ricchezza (un bene o un servizio) da te prodotta col lavoro. Con questo pezzo di carta, tu puoi procurarti quello che vuoi per un valore/costo corrispondente di 100 euro (ad es vai al ristorante e ti fai una bella mangiata con gli amici) e dai questi 100 euro al ristoratore: in questo modo i 100 euro diventano il simbolo del lavoro fatto dal ristoratore. Con questo intendo dire che, sempre secondo me (ma non solo secondo me...), il denaro non ha un valore in sè e per sè, bensì il denaro è la misura di un valore: la ricchezza prodotta col lavoro. Nella mia visione dell'economia il denaro serve solo a favorire la circolazione dei beni e dei servizi atti a creare ricchezza. Il ristoratore di cui sopra, ad es, non può creare ricchezza (la cena per te e i tuoi amici) se non ha chi gli cucina la cena (cioè chi offre il suo servizio per cucinare le pietanze) oppure se non ha chi gli porta le materie prime da cucinare (carne, pesce, verdure ecc) oppure se non ha chi gli ha messo a posto l'impianto elettrico per non far mangiare le persone al buio ecc ecc. Tutto questa circolazione di beni e di servizi, sarebbe praticamente impossibile o estremamente difficoltosa in assenza di denaro (il limite del baratto era proprio questo). Il denaro quindi facilita la circolazione della ricchezza: ma il denaro non E' la ricchezza, è la MISURA di questa ricchezza, e la misura di questa ricchezza si chiama costo.
Ora se la banca centrale stampa un biglietto di carta colorata al costo di 30 cent e ci scrive sopra "vale 100 euro", crea un bene (la banconota) che serve alla collettività per scambiarsi la ricchezza. Il valore/costo della banconota (e non la capacità della banconota di misurare il valore) è quindi 30 centesimi e non 100 euro. La banconota vale e varrà sempre 30 centesimi: è e sarà sempre un pezzo di carta colorata. All'atto dell'emissione non è il simbolo di una ricchezza misurata nell'ordine di 100 euro, ma di una ricchezza misurata nell'ordine di 30 cent. Ma allora perchè con un pezzo di carta colorata del costo di 30 cent ci si compra una cena al ristorante da 100 euro? semplicemente perchè se tu hai in tasca quel pezzo di carta colorata quello è il SIMBOLO che tu hai prodotto ricchezza attraverso il tuo lavoro e che questo lavoro/produzione di ricchezza ti è stato riconosciuto nella misura di un valore convenzionalmente stabilito di 100 euro. il ristoratore accetterà tale pagamento perchè sa che, a sua volta, potrà scambiare tale valore in un bene o un servizio di uguale valore/costo.
Qual'è il lavoro (cioè la produzione di un bene utile alla collettività) che la banca centrale fa per produrre la banconota da 100 euro? Un lavoro misurato e valutato dal mercato nell'ordine di 30 cent.
La banca centrale come dovrebbe quindi considerare quindi tale banconota come simbolo di un valore/costo di 30 cent o di 100 euro?
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