King Carlo Alberto in 1832 wanted him in charge of the project to extend the Royal Castle of Racconigi
King Carlo Alberto in 1832 wanted him in charge of the project to extend the Royal Castle of Racconigi
Iniziato giovanissimo allo studio della prospettiva, dell’architettura, della pittura di figura, del ritratto ed al collezionismo dal mecenate Carlo Filippo Aldrovandi, Pelagio Palagi studi nella scuola di Nudo dell'Accademia Clementina di Bologna. La sua formazione e gli esordi coincisero con l’arrivo in città delle truppe napoleoniche: su richiesta di Aldrovandi, membro del Senato e rappresentante del governo provvisorio bolognese, realizzò disegni di uniformi per il Direttorio, di medaglie e di emblemi coi simboli di Libertà ed Eguaglianza per carte e biglietti da visita; poi, dietro committenza del nuovo ceto emergente, progettò i monumenti funebri di Edoardo Pepoli (1801), Girolamo Bolognini Amorini (1803) e Luigi Sampieri (1804), realizzati per la Certosa di Bologna, e decorò gli interni delle dimore cittadine delle famiglie Cospi, Aldini e Gozzadini: lavori, questi ultimi, eseguiti nel 1805.
Trasferitosi a Roma nel 1806 per completare gli studi presso l' Accademia di San Luca, fu forse tra gli allievi di Vincenzo Camuccini. Dal 1813 fu ispettore dell’Accademia Italiana, con l’incarico di seguire l’attività dei giovani pensionati delle Accademie del Regno d’Italia a Roma. Insieme con Antonio Canova, presidente dell’Accademia, riuscì a riunire intorno ai giovani artisti i pittori più rappresentativi del Neoclassicismo italiano, da Felice Giani a Gaspare Landi, oltre a Camuccini.
L’esperienza romana servì anche a Palagi per approfondire interessi archeologici e collezionistici, già maturati a Bologna durante gli anni giovanili trascorsi nell'ambiente culturale enciclopedico di Carlo Filippo Aldrovandi.
Nel 1815, dopo una breve parentesi bolognese, si trasferì a Milano, dove aprì una scuola privata in aperta concorrenza con l'Accademia di Brera, che non gli offrì mai un incarico di insegnamento. Nella capitale lombarda la committenza privata, più ampia e stimolante di quella incontrata a Roma, lo portò a dedicarsi alla ritrattistica e, in particolare, alla pittura di figura di Giuseppe Bossi e di Andrea Appiani; dalla committenza privata a quella pubblica, si affermò come ritrattista dei protagonisti della Restaurazione.
L'incontro con Francesco Hayez, il maggiore interprete della svolta romantica dell'arte lombarda, lo indusse a cercare un compromesso fra la pittura storico-romantica e la lezione del classicismo. Alla fine degli anni Venti Palagi ottenne l’incarico di eseguire gli interventi architettonici, d’ornato e di progettazione scultorea del Palazzo Arese Lucini e della Villa Tittoni Traversi di Desio. La sua fama di architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di mobili, oltre che di pittore, dovette giungere fino alla corte dei Savoia, e il re Carlo Alberto nel 1832 lo volle a capo del progetto di ampliamento del Castello Reale di Racconigi. Durante questo periodo ha anche collaborato con l'artista orafo Marcello Staviori. Trasferitosi dunque a Torino, Palagi, dopo aver ottenuto nel 1834 la direzione dei programmi pittorici e decorativi delle residenze reali, si dedicò ai progetti di ripristino pittorico e decorativo del Castello di Pollenzo e di ammodernamento del Palazzo Reale di Torino. Sempre nello stesso anno si insediò nella cattedra di Ornato dell' Accademia di Belle Arti.
A pochi giorni dalla morte, Palagi redasse il testamento col quale il Comune di Bologna fu nominato erede di tutti i suoi oggetti d’arte e di antichità, delle medaglie, della biblioteca, dell’archivio e dei disegni. Il materiale librario, l’archivio, i disegni e le incisioni sono oggi conservati presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio; le collezioni di antichità sono invece suddivise fra il Museo civico archeologico e il Museo civico medievale di Bologna.
|