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  #1 (permalink)  
Vecchio 11-14-2008, 11:53 PM
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Messaggi: 1
predefinito a favore delle lingue straniere nella scuola media

a favore delle lingue straniere nella scuola media


vi segnalo qs petizione da firmare online x sostenere la seconda lingua nella scuola media e gli insegnanti di francese tedesco spagnolo ke rischiano di restare senza lavoro.
Tutti possono firmarla x sostenerci
si prega di darne la max diffusione tra amici, parenti, collghi, scuole, sindacati, associazioni, chiunque!!!!
grazie
ecco il link

http://www.firmiamo.it/controlart25p...inguestraniere

qs il testo:
Noi sottoscritti insegnanti di lingue straniere della scuola secondaria di primo e secondo grado dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del Ministro della Pubblica Istruzione on. Gelmini, nella conferenza stampa in data 22/10/2008 desideriamo esprimere la nostra profonda indignazione e preoccupazione per la possibile applicazione del contenuto dell'art. 25, comma 2, del decreto attuativo della riforma del secondo ciclo pubblicato il 18/10/2005 dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti. > “Al fine di offrire agli studenti l’opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana è data facoltà, nella scuola secondaria di primo grado, alle famiglie che ne facciano richiesta, di utilizzare, per l’apprendimento della predetta lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua comunitaria. Tale scelta è effettuata al primo anno della scuola secondaria di primo grado e si intende confermata per l’intero corso della scuola secondaria di primo grado ed anche per i percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione.” > premesso che >> riteniamo semplicemente risibile il dettato del decreto che si dà l’obiettivo “di offrire agli studenti l’opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana”, con ciò auspicando, da parte nostra, che l’apprendimento della lingua nazionale, almeno nelle intenzioni del legislatore, superi i limiti evidenziati regolarmente dalle ricerche internazionali, > dando per acquisito che >> il raggiungimento del bilinguismo è un processo molto impegnativo che richiede ben altre risorse di quelle contemplate dal dispositivo legislativo o che possono essere previste negli interventi di competenza delle istituzioni scolastiche, >> ritenendo imprescindibile >> il dettato del quarto Obiettivo Generale del Libro bianco su istruzione e formazione - Insegnare e apprendere - Verso la società conoscitiva (1995): Conoscenza di tre lingue comunitarie, laddove si dichiara che la conoscenza di “almeno due lingue comunitarie [oltre quella materna]” è ormai una “condizione indispensabile per permettere ai cittadini dell’Unione Europea di beneficiare delle opportunità professionali e personali offerte dal grande mercato interno senza frontiere”, >> dichiariamo >> che non intendiamo accettare uno scenario che dà come pressoché certo e ineluttabile l’asservimento delle diverse lingue e culture (comprese quelle nazionali) al monopolio esclusivo di una lingua –l’inglese- la quale, per questo stesso processo, risulterebbe, da una parte, la lingua dominante e dall’altra, l’espressione di una cultura necessariamente impoverita e semplificata: al contrario, riteniamo indispensabile educare i giovani alla pluralità linguistica e culturale, in un'ottica di apertura, in grado, contemporaneamente, di valorizzare l'insieme del patrimonio storico, culturale e linguistico del nostro continente e di accogliere la ricchezza che viene dai grandi spostamenti di popolazioni che interessano la realtà contemporanea. > E' solo dal confronto tra e con modelli culturali diversi, e non dalla loro omologazione, che la scuola può concorrere a formare persone che, consapevoli della propria identità e appartenenza, sappiano riconoscere e apprezzare il dialogo con "l'altro da sé", diventando con ciò cittadini in una società sempre più vasta e multietnica, dove fondamentali devono essere i valori del rispetto e della tolleranza reciproca. > Per finire, ci si chiede quale investimento il legislatore conti di realizzare con i migliaia di docenti di "seconde lingue comunitarie" che vedranno inevitabilmente diminuire o addirittura scomparire le loro cattedre, senza nemmeno conoscere se e in quali forme si intenda continuare a garantire loro un futuro professionale, dopo aver garantito in questi cinque anni la coperture delle cattedre e relativa continuità, professionalità didattica ( è importante ricordare come gli insegnanti di seconda lingua siano, a causa delle sole due ore settimanali, sobbarcati di doppio lavoro rispetto ai colleghi di lingua inglese che avendo tre ore settimanali hanno meno classi, noi ne abbiamo nove, e quindi meno verifiche e compiti da correggere, noi abbiamo sia verifiche orali che scritte) , investendovi soldi (vedi SSIS, master e corsi di perfezionamento), energie, speranze e progetti di vita. Noi siamo a chiederVi cosa dovrebbero fare tutti questi docenti, oggi che l’Italia, è in netta!> controtendenza con il resto d’Europa, visto che in tutti i paesi europei si studiano obbligatoriamente due lingue comunitarie. > Agendo in questa direzione, il nostro paese sacrifica il plurilinguismo a favore di qualche ora in più per l’inglese, con la falsa convinzione che queste possano portare la conoscenza di questa lingua pari a quella materna. Così facendo, però, si rischia di interrompere quel processo di integrazione veicolato dall’apprendimento delle lingue comunitarie che tanto sostiene il Trattato di Lisbona e la Commissione europea. > Per tutti questi motivi, chiediamo l'abrogazione del succitato articolo al fine di assicurare a tutte, nessuna esclusa, pari importanza e dignità. Se questo non avverrà, si procederà ad un ulteriore ricorso alla Commissione europea con la richiesta esplicita di intervenire per risolvere definitivamente questa questione incresciosa. > Gli insegnanti di seconda lingua comunitaria della scuola secondaria di I grado (ex scuola media).
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  #2 (permalink)  
Vecchio 01-19-2009, 12:26 PM
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Messaggi: 2
predefinito il francese nelle scuole

Sono da tredici anni insegnante di scuola primaria. Possiedo la laurea in lingue straniere con prima lingua francese. Mi piacerebbe un giorno insegnare il francese nella scuola secondaria, ma purtroppo questo insegnamento va scomparendo a favore dell'inglese. Ora la Gelmini vorrebbe addirittura togliere la seconda lingua nelle scuole medie. Non sono affatto daccordo e non comprendo questo modo di concepire la didattica per cui si scelgono le discipline da insegnare in base ai soli criteri di utilità. La scuola è formazione della persona e sono tante le discipline che concorrono a perseguire questa finalità. Il francese non è la parente povera dell'inglese!!
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  #3 (permalink)  
Vecchio 01-21-2009, 02:30 AM
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Messaggi: 80
predefinito

Quote:
Originariamente inviata da laura.felli1 Visualizza il messaggio
Sono da tredici anni insegnante di scuola primaria. Possiedo la laurea in lingue straniere con prima lingua francese. Mi piacerebbe un giorno insegnare il francese nella scuola secondaria, ma purtroppo questo insegnamento va scomparendo a favore dell'inglese. Ora la Gelmini vorrebbe addirittura togliere la seconda lingua nelle scuole medie. Non sono affatto daccordo e non comprendo questo modo di concepire la didattica per cui si scelgono le discipline da insegnare in base ai soli criteri di utilità. La scuola è formazione della persona e sono tante le discipline che concorrono a perseguire questa finalità. Il francese non è la parente povera dell'inglese!!
Sono d'accordo con te, ma sai l'istruzione non è molto amata, appunto te parli di utilità, è assolutamente vero, tutto utile al fine della produzione, si è cittadin* (che acquisiscono diritti per cui privilegi) se si produce eppure, e le statistiche ce lo dicono le/gli operaie/i (DATI FIOM CGIL) sniffano per poter fare i turni lunghi, per la paura di perdere il lavoro, quei pochi soldi per cui rischiano la vita entrando in fabbrica, e la cultura deve (in questo quadro) essere per poche/i ed elette/i, che la pagano, perchè non deve essere un diritto, purtroppo il quadro è desolante, ma dalla cultura e solo da essa, la gente, le persone potrebbero uscire dal torpore che genera paure, e che ci fa dimenticare quanto siamo (potenzialmente) noi gli artefici del nostro futuro.
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  #4 (permalink)  
Vecchio 01-21-2009, 04:20 PM
Junior Member
 
Registrato dal: Jan 2009
Messaggi: 2
predefinito mi presento

scusate se ieri, al momento dell'iscrizione, non mi sono adeguatamentepresentata ma l'argomento in discussione era per me talmente importante da farmi scrivere di getto. Mi chiamo Laura, ho 40 anni e da 13 insegno nella scuola primaria. Sono laureata in lingue ed ho una grande passioneper la lingua, la cultura e la letteratura francese.Mi fa piacere comunicare con persone con interessi simili ai miei. Credo che per ogni insegnante l'argomento istruzione-educazione sia oggettto quotidiano di discussione, anche al di fuori dell'ambiente scolastico.
Negli ultimi mesi poi nella scuola primaria è un continuo parlare della riforma o, per meglio dire, della controriforma Gelmini, la peggiore del secolo. Molte di noi vivono nel panico di perdere il posto a causa della reintroduzione del maesrto unico. E' chiaro purtroppo che la scuola non è una priorità per questo governo che sembra invece tendere alla diffusione dell'ignoranza in modo da avere alunni sempre meno preparati che un domani saranno servi del potere! Non ci sono motivazioni pedagogiche a sostegno del maestro unico; la figura unica di riferimento fa semplicemente ridere. La ragione è solo quella del risparmio. Ma se questi sono tempi difficili e se bisogna tirare la cinghia, perché, in nome di Dio, si continua a finanziare la scuola privata che non ne ha alcun bisogno? E' questo che mi fa arrabbiare più di ogni altra cosa




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